lunedì 31 ottobre 2011

Felice halloween!

Ormai è il momento ( o il ritorno?) degli zombies. C'è poco da fare. Impazzano su videogames, film, gadgets e, ovviamente, anche nell'advertising. Per altro oggi è il buon Halloween e quindi decido di postarvi mil nuovo spot per Yoga Outreach, associazione non governativa di Vancouver che tenta di rendere accessibile e gratuita la pratica dello Yoga attraverso l’impiego di volontari.

Che dite?



Realizzazione minimal, ma il concetto non è affatto male!

Trovato qui!

Vi posto anche, tanto per rendere il piatto ancora più ricco, il nuovo spot per AXE che augura buon Halloween a tutti. Indovinate? Sì, zombie.





sabato 29 ottobre 2011

Pepita d'oro

Difficile che posti di sabato...normalmente non ci sono. Ma visto che domani mi tocca lavorare ( EH GIA' MI TOCCA LAVORARE DI DOMENICA, giorno del Signore, E NEL PONTE) vi posto una cosa che ho visto in metro:



In un periodo così piatto nella comunicazione Italiana, qualcuno ancora sa ideare headline davvero azzeccate, sfruttando in modo perfetto il buon vecchio luogo comune. Applausi.




venerdì 28 ottobre 2011

Halloween si avvicina...

Oggi vi posto qualcosa che mi ha molto colpito: è uno studio sulle principesse Disney.

Visto che halloween si avvicina...





giovedì 27 ottobre 2011

Sesso digitale...





Vi posto un altro "esperimento" digitale firmato Durex. Ok, con questo tipo di prodotto le cose sono sempre in discesa, ma la banalità è dietro l'angolo.
In questo caso, invece, Durex si è inventata un divertente giochino online che spooffa il concetto di sesso "digitale".
Niente male!

Qui il link!




La creatività e gli 8bit





Grazie. Ogni tanto ci vuole la creatività di livello zero.




mercoledì 26 ottobre 2011

Dildo Banner

Oggi parliamo di Banner. E parliamo di PS3. Cosa trovo in giro per la rete?
Questo bel banner:




Cavolo! Coglie un aspetto molto importante nella vita di un giocatore: il broncio della propria ragazza! Bravi! Avete attirato la mia attenzione! Cosa suggerite quindi, per risolvere il "problema"?


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............................

Qui mi son cadute le braccia. Le regalo un dildo??? ( in rete si è scherzato tanto sul move ed il suo particolare shape)

Mah....

Cmq, il banner si chiude così...



Ah, ecco...ora è tutto chiaro...




Pregiudizio

Il pregiudizio è una leva molto complessa da usare in pubblicità. Spesso è facile farla fuori dal vaso e offendere qualcuno che magari è anche il tuo target.
C'è invece chi ragiona sul pregiudizio, lo assimila, lo metabolizza e lo sfrutta.
Il caso di Calsberg. Davvero magnifico.




Ma le birre in generale da sempre sono le marche più "smart" dal punto di vista pubblicitario: ricordate Heineken Auditorium?





martedì 25 ottobre 2011

Imbalsamatori virali

NOPE!

Non vi dice nulla?? La rete ne è ormai satura!!
Forse vi dirà qualcosa il video:



Il virale è una bestia strana: per il brand manager ( spero non me ne abbiano troppo i markettari) è un "video su utube". Per i creativi un pò fighetti è "un compartecipatore di emozioni". Per ciò che mi concerne, al momento non ho una definizione, è un essere che devo studiare ancora per bene. Sto ragionando sull'umorismo, ma non è neanche quello. Vi aggiornerò sui miei cervellotici risultati quanto prima.
So soltanto che il buon Chuck Testa sta diventando il nuovo Chuck Norris della rete! Un nuovo virus!
Non ci credete? Guardate qui!



O qui



O Qui



O Anche qui




Visto che l'ho citato, ecco un'altra chart sul buon Norris!


NOPE!!!




lunedì 24 ottobre 2011

Creatività Italiana

Sono convinto che nel nostro bel paese esista l'humus migliore per la creatività: siamo creativi nel DNA. E sono sicuro che qui ci siano le menti più fresche e geniali del pianeta. Ragionamento fascistoide/patriottico? Forse, ma è una mia convinzione profonda.
Certo è che stiamo tutti attraversando un periodo socio/economico davvero difficile e il famoso titolo "Generazione 1000 euro" non è abbastanza grottesco per descriverlo completamente.
Oggi vi posto una lettera che potete ritrovare qui che parla un pò di noi.
Ce la faremo? Sono convinto di sì. La creatività non muore con l'omicidio delle agenzie.

“Cari creativi,

vi chiedo di leggere questo post. Ci metterete 5’. Parla di voi. Dopo, sarete un po’ incazzati. Forse, più motivati. Magari saprete cosa fare. Altrimenti, postate una canzone.

Ora passo al tu. Se appartieni al 94% di chi “non” possiede o dirige un’azienda di successo, con i riconoscimenti che ne derivano, contratti o dividendi, prendi un foglio di carta e scrivi su quali forme di tutela puoi contare. Fatto?

Che prospettive ritieni di potere avere, superati i 50 anni, se non dovessi divenire titolare, dirigente, star acclamata? E se ti trovassi nella condizione di doverti ri-immettere sul mercato?

Oggi, su quali garanzie puoi contare sotto il profilo sanitario, pensionistico, in caso di malattia, disoccupazione, maternità Se invece sei un libero professionista o un free lance, che tutele hai su pagamenti e tempi? Quali spese scarichi? E gli utili corrispondono agli studi di settore?

Se hai un contratto a progetto, a chi ti puoi rivolgere per mutui o finanziamenti? Se stai iniziando ora, quali aiuti hai ricevuto per lo start up? E, infine, se hai un’idea innovativa, chi è pronto ad ascoltarti? Che strumenti hai per proteggerla?

Ma soprattutto, chi riconosce il tuo valore, e ti considera una forza importante e strategica? Chi ci rappresenta? Quale corrispondenza esiste tra le nostre idee, la nostra visione del mondo e delle cose, l’amore per il bello in tutte le sue forme, e il sistema Paese?

Se, al contrario, appartieni a quel 6% che ottiene onori e premi, chiediti quanto sei veramente tutelato, e se non hai anche tu, stampigliata da qualche parte, la data di scadenza. Cosa succede se un fondo ti acquisisce e decide che non sei performante? Se litighi con soci, se soffri di ansia da prestazione, se il tuo mercato viene travolto dalla crisi, se improvvisamente ti pesa fare l’ennesima notte? Ma soprattutto, chiediti cosa puoi fare tu per il 94% di talenti che, meno di te, hanno ottenuto visibilità, guadagni, opportunità.

In Italia non esistono cifre che dicano quanti siano i professionisti che svolgono attività finalizzate alla creatività. I “creativi”, semplicemente, non esistono.

Eppure siamo quelli che costruiamo, ogni giorno, l’immagine della filiera industriale e commerciale, in alcuni casi, sogni e tendenze. Quelli che progettano le piattaforme dove ci si confronta. Che creano stili, storie e visioni da condividere. Disegnano il presente.

Io ritengo che in Italia siano più di 2 milioni le persone che vivono delle proprie capacità creative. Il doppio se si considerano ambienti di riferimento e indotti.

Non siamo identificati, rappresentati, tutelati, rispettati, valorizzati. Facciamo un lavoro logorante, che spesso riduce la capacità competitiva con l’avanzare degli anni. Prigionieri di stereotipi che ci vedono modaioli e svagati, con il bigliardino all’ingresso e il lupetto nero, sempre alle prese con cose divertenti. In realtà protagonisti di quella fuga di cervelli che porta i più intraprendenti di noi ad andare all’estero per poter vivere e realizzare le proprie idee.

Facciamo un lavoro anonimo. Senza diritto d’autore, con ritmi superiori a qualsiasi regime contrattuale, disposti a lavorare di notte e nei festivi, sulla scia di quell’entusiasmo e disponibilità che è insita nel nostro lavoro, al quale non potremmo rinunciare, ma che diviene regola in luogo di eccezione. Ma non siamo missionari e non stiamo salvando la vita a dei bambini. Siamo solo uno strumento del sistema industriale. Lavoratori dell’immateriale, braccianti della mente.

Eppure, insieme alla ricerca tecnologica, rappresentiamo l’identità storica della nazione, il made in Italy, quello che ancora ci garantisce un briciolo di credibilità nel mondo.

Ci confrontiamo e diamo voce alle culture giovanili e riformiste, invisibili e marginali per i media e il potere quanto lo siamo noi. Sperimentiamo tecnologie e linguaggi.

Pensiamo internazionale. Siamo quelli che hanno contribuito alla creazione della cultura web e social, della quale conosciamo, più di tutti, dinamiche, linguaggi e modalità. Ma non siamo mai coinvolti nelle scelte e nelle soluzioni. Mai consultati, mai coinvolti nei processi decisionali sui grandi temi di questa società. Che rinuncia, di fatto, a valorizzare uno straordinario capitale di energia e innovazione.

Mi spiace dirlo, ma le associazioni di categoria in questo momento non hanno più senso. Così come il parlare di pubblicitari, grafici, architetti, e di mille altre piccole nicchie. Sono finite le corporazioni. Potranno essere utili solo dopo, per specifiche esigenze di settore, per l’aggiornamento professionale e il confronto tecnico. E poi, basta.

Non ci sono creativi fighi e creativi di serie B. O lo sei, o non lo sei.

Il cambiamento che vi propongo è di mentalità e di visione.

Siamo e siete un’unica entità, qualunque cosa facciate: creativi per pubblicità e eventi, copy, art, graphic & industrial designer, visualizer, web. Ma anche artisti, autori, stilisti, scenografi, light designer, montatori, sceneggiatori, story editor, coreografi, registi, fotografi, progettisti, blogger, compositori, video maker, illustratori, costumisti, direttori artistici, curatori, artigiani di ricerca, traduttori, ghost writer… Nelle grandi città, come in provincia, dove maggiori sono le difficoltà.

Occorre spostare il livello di percezione/visibilità. Piantarla di fare gli individualisti. Divenire massa critica, movimento di opinione, influencer. Smettere di pensare all’orticello per acquisire quella che il buon Pasolini chiamava “coscienza di classe”.

Se il mondo non ci considera, usiamo le metodologie che il mondo comprende.

• Diventiamo lobby

• Impostiamo una rivendicazione sindacale (sì, avete letto bene)

• E quindi, diveniamo Gruppo di Pressione.

Anche in un momento di crisi, che potrebbe far sembrare irrealizzabili e utopiche queste istanze. Perché è quando si è in curva che occorre spingere sull’acceleratore.

Primo passo, renderci visibili, sollevando il problema. Al pari di quanto hanno fatto pochi anni fa i nostri colleghi sceneggiatori americani.

Blocchiamo il giocattolo.

Occupiamo la rete. Facciamoci vedere. Anche nelle strade. Senza sentirci obbligati a dover, per forza, fare manifestazioni fighe e creative. Poi, diveniamo piattaforma.

Cosa chiedere? Di ascoltarci. Di avere, in questo paese, un ruolo consultivo e decisionale. Ma anche ciò che hanno ottenuto tante altre categorie che, nella storia, prima di noi, hanno affermato in maniera organica i propri diritti:

1 – Tutela dei più giovani, con contratti a progetto e stipendi che assomigliano al conto di un ristorante. Regolazione del sistema stage e incentivi per chi assume. Finanziamenti o prestito d’onore per attrezzature e alta formazione

2 – Garanzia di tempi e modalità di pagamento per professionisti esterni e free lance. Con possibilità di accedere in maniera diretta a un collegio arbitrale per la risoluzione di problematiche professionali

3 – Istituzione di un Fondo di Solidarietà, pagato contestualmente alla prestazione d’opera, o inserito direttamente nel contratto. Destinato ad aiutare chi si trova a vivere momenti di difficoltà, per maternità, problemi di salute, disoccupazione. Con tassi agevolati per mutui e fidi

4 – Diritto d’autore per nuove categorie o forme espressive, per ridurre una disparità di trattamento non più giustificabile. Anche alla luce della recente sentenza Bertotti contro Fiat.

5 – Adeguamento legislativo del concetto di “idea”, oggi del tutto privo di rilevanza e tutela giuridica.

6 – Nel caso di partita IVA, iscrizione in categoria separata, con imposta calcolata al 75%, come avviene nell’ambito della cessione dei diritti. O inserimento delle categorie nella gestione Enpals, inserendo il concetto del “collocamento”

7- Facilities per l’aggiornamento professionale, per il consumo di beni culturali e soggiorni all’estero, elementi ala base del nostro lavoro

Diritti, si badi bene, che non devono essere appannaggio del soggetto singolo, ma anche di aziende e studi professionali che pongono la creatività come core business. Questo non vuol dire, quindi, lotta tra poveri, in un momento di grave congiuntura, ma condivisione di opportunità:

1 – Regolazione del sistema gare e riconoscimento della “creatività” all’interno del formulari di gara

2 – Diritto a poter scaricare le spese effettuate dalle aziende per ricerca, sperimentazione, nuove tecnologie. E incentivi per stage, apprendistato, assunzioni, contratti nell’area creativa

3 – Riduzione fiscali e incentivi in caso di start-up, con particolare attenzione nei confronti di under 30, factory, realtà collettive, in un contesto che valorizzi 3 assi portanti: creatività, ricerca tecnologica, arti

4 – Attivazione di ammortizzatori anche per quelle aziende che non raggiungono i minimali previsti per accedere a cassa integrazione o mobilità

Ho finito. E, detto tra noi, non avrei mai pensato di dover scrivere un giorno un testo simile a un vecchio volantino sindacale o a una predica mormonica. Ma così è. Con la netta sensazione che il social, pensato per unire teste e mondi, possa servire a qualcosa di più che postare una canzone.

In questo percorso illuminante il dialogo che gli sceneggiatori di un piccolo film “Generazione 1000 euro” ha messo in bocca a due amici, perennemente stagisti. “Questa è l’unica epoca in cui i figli stanno peggio dei padri….” è il commento di Matteo quando apprende che un suo coetaneo disoccupato lascia Milano per tornare dai genitori: “E qual è la nostra risposta? Mangiare Sushi.”

E a me, il sushi, non basta più”.

Alfredo Accatino




Jennifer, la 500 e gli USA

Avete mai visto uno spot Fiat americano? Io mai, sino ad ora. Vi posto il primo spot per la 500 targata USA con la super testimonial Jennifer Lopez.



Che dire? Se non che palle?

Per altro del tutto scopiazzato da vincitore dell Emmy targato mamma Chrysler.





venerdì 21 ottobre 2011

Nelle giornate uggiose....

Per il week-end vi faccio un bel regalo.
Enjoy!





Indiana Jones vs Uncharted 3

Da un pò lo dico: l'industria videoludica sta facendo passi da gigante e in campo pubblicitario c'è chi si è mosso davvero molto bene.
Non so se ricordate lo stupendo spot Nintendo con il mitico Robin Williams di cui avevamo già parlato.
Oggi vi posto lo spot per Uncharted 3 ( un poco spoilerante vi avverto) con un MITO vero del cinema della mia infanzia:



La buona idea di accostare un'icona come Harrison ( ormai per tutti Indiana Jones) al protagonista del fortunato titolo, poteva davvero essere molto azzeccata: il parallelismo è davvero immediato.
Peccato che a causa di un concept del tutto lacunoso e, ahinoi, di una recitazione un pò forzata del buon Indiana, il risultato è alquanto mediocre.
Comunque, per farvi sollazzare ancora un pò, vi posto anche un "dietro le quinte" dove la forzatura nell'apprezzamento del titolo è ancora più evidente.
Peccato. Occasione sprecata.





giovedì 20 ottobre 2011

Il potere del rugby

Con l'avvicinarsi della finale dei mondiali di rugby l'attenzione per il nobile sport sale, ma in tutto il mondo ( eccezion fatta che per l'Italia...) questa febbre è già alta.
E anche dal punto di vista pubblicitario c'è chi si è mosso davvero bene.





Emozioni con semplicità.


Trovati qui!




mercoledì 19 ottobre 2011

Orsi da battaglia

Oggi vi posto un adv da brivido:



L'ho trovato toccante, ben girato, pulito e commovente. Davvero un pezzo pregevolissimo. E copiato. Sì. Del tutto copiato.
Da questo di due anni fa:



Una scopiazzata davvero magistrale. Sicuramente toni diversi. Ma è una copia quasi ridicola e che ti fa perdere qualsiasi illusione ( distruggendo di conseguenza lo spot): anche qui in pubblicità, se non sopratutto qui, è una guerra. Davvero brutta.
Setacciato sul mitico Ted.




Hic Sunt...




Ebbene sì. Oggi sarò in quel della mia buona Università.
Ma ci sarò in un modo diverso da come me lo ricordo: sarò dietro la maledetta cattedra.
Non so bene in che aula sarò, ma so che la lezione si terrà alle 10.30. E si parlerà di... indovinate un pò? Sì, bravi, pubblicità.

Se bazzicate Sarfatti....




martedì 18 ottobre 2011

Minecrime!

Conoscete Minecraft? No? Uscite da questo blog. FUORI. Non potete non conoscere il fenomeno indie più importante della rete!! Il videogames dei videogames!! L'opera malata di una persona geniale!
Su minecraft, la cui uscita definitiva sarà l'11/11/11 tanto per dirvi..., si è ormai creato tantissimo e non solo in senso videoludico: canali tematici su youtube, guide, show. Tutto per incensare il gioco più geniale degli ultimi anni.
Bene. Credete che sia un fenomeno di nicchia? Guardate cosa ho pescato su CN:




Solo per intenditori!




Lego e l'interattività

Lego fa da sempre le cose per bene. E ci insegna come sfruttare la modernità senza perdere la tradizione. Magnifico.






lunedì 17 ottobre 2011

Call to action....




Engagement. Non c'è niente di più diretto.




Tiltshift per la Francia

Ho trovato da queste parti il nuovo spot per Reseau Ferrè de France. Ormai la tecnica del TiltShift viene usata un pò ovunque, eppure regala sempre ottimi risultati






venerdì 14 ottobre 2011

Keep walking

Vi posto il nuovo spot della Johnnie Walker dal Brasile con furore, visto che in 5 giorni ha già avuto un bel rimbalzo in rete.




Che dire? Lo spot è senza dubbio particolarmente evocativo e ben fatto. Anche dal punto di vista copy non è male. Sicuramente vincerà qualche premio da qualche parte. Ma voi avete capito cosa vuol dire? Esprime un insight? Esprime un concetto creativo? No. Mah...




giovedì 13 ottobre 2011

Addio Minimal

Lo so...lo so. Steve è morto da giorni ormai e non è proprio il massimo continuare a parlare di lui sfruttandone ulteriormente la dolorosa memoria.
Però bazzicando la rete ho trovato una raccolta di "addii" che alcune delle agenzie creative più grandi del mondo hanno dedicato all'appleone.

Ve ne posto alcune.

Se Jobs mi ha davvero insegnato qualcosa, sicuramente è l'amore per il minimalismo.










Ne trovate altre qui!




mercoledì 12 ottobre 2011

martedì 11 ottobre 2011

Art direction




Oggi abbiamo colpito McDonald e per parcondicio direi di citarlo come fonte di ottimi spunti creativi.

Amen.

Trovato qui.




Indigeribile McDonald

Ultimamente assisto a parecchi botta e risposta che rimbalzano in rete regalando a tutti grande divertimento.
Ultima bagarre in ordine temporale è quella tra McDonlad e Slowfood.
Qui il pomo della discordia:




Un minimo di storia: Mc assolda il buon Giampiero Marchesi tra le sue fila e gli fa firmare un pò di panini. Per un uomo di marketing ( direi...anche di marketing...) come mois la cosa non è sconvolgente: ci sta. Per altro a sito le cose vanno anche meglio. Tutto curato, tutto giusto.
Cosa succede poi? La campagna stampa. Quella di cui sopra, che chiosa: "Slow e fast non sono mai andati così d'accordo." Un accostamento audace molto markettaro che ha radici nell'infelice moda di appropriarsi di linguaggi/simboli di tribù per sembrare più al passo coi tempi.
Bene, quelli della Slowfood non hanno "digerito" la campagna e sono partiti con un immediato contrattacco:



Pulita, semplice e raffinata. Una risposta degna di un humus 2.0. Qui anche la parte a sito.
Cosa impariamo? Che strumentalizzare movimenti nati dal basso è sempre una mossa un pò sconsiderata e altrettanto sbagliata in termini di marketing.
Trovata qui!




lunedì 10 ottobre 2011

To Michael

Le pubblicità sui videogames stanno migliorando a vista d'occhio. Sempre meglio realizzate, sempre più fittate sugli insight dei videogiocatori, sempre più commoventi.
Vi posto l'ultima di una lunga serie di grandissime realizzazioni. Per PS3.

Sublime.






venerdì 7 ottobre 2011

Clooney e la felicità

Oggi vi spot il nuovo spot per DNB con testimonial il buon Clooney.
Ragazzi, ormai si vede ovunque. Eppure lo spot è davvero godibile!





giovedì 6 ottobre 2011

La moda dello straccione

Avevamo già parlato di moda, e di come, in comunicazione, ci sia una grande voglia di sdrammatizzare. Alla fine...cos'è "moda"?
Difficile dirlo: certo è che qualcuno ha provato a spiegarcelo con una semplice comparazione.




Mah...chi ha copiato da chi?




Farewell Steve



La cosa strana è che nessuno di noi lo conosceva. Nessuno.
Eppure tutti, all'annuncio della sua scomparsa, abbiamo sussultato, come se fosse un membro della nostra famiglia.
Vi lascio, con banalità, un post sul suo mitico discorso alla Stanford.






Ciao Steve. E grazie per averci dato un morso della tua mela.






mercoledì 5 ottobre 2011

L'amore al tempo di internet

Sappiamo che l'amore, ai giorni nostri, sta attraversando un momento buio. Il "grande" amore, quello romantico, quello degli antichi è ormai un ricordo sbiadito. Cancellato dalle mode e dai nuovi modi di conoscersi. Uno dei più discussi è sicuramente quello online. Servizi di "matching" che con il romanticismo hanno poco a che fare.
Ma come pubblicizzarli senza fare dell'amore un teorema matematico?
Forse così:





Not bad.




Ehh già....



Non amo particolarmente Vasco. Nulla di personale, sia chiaro. Ma la sua musica non mi ha mai tanto ispirato. Che ci volete fare.
Ultimamente il buon Vasco si sta ritagliando copiosi spazi mediatici con le sue gesta 2.0, infiammando gli animi più social dei suoi fans: facebook, twitter, blog...
Attività che accrescono senza dubbio la sua, già grande, fama.
Nonciclopedia ( NON CONOSCENTE NONCICLOPIEDIA?... ragazzi...subito a studiare...) qualche tempo fa ha pubblicato una magnifica pagina sul rocker: questa.
Una pagina come ce ne sono 2000, che scanzona in modo sarcastico l'artista emiliano. Bene. Al Vasco questa pagina non è andata molto giù ed è partito con una querela in piena regola al sito ( del tutto autofinanziato) che, non potendo fare molto, ha chiuso i battenti. Qui la pagina.
Ovviamente, ripeto, OVVIAMENTE, la rete si è subito mobilitata e sono immediatamente arrivati centinaia di commenti e "ringraziamenti" a Vasco, una sequela così copiosa di insulti che ha mandato in tilt il server che ora non permette più di aggiungere commenti.


Cosa impariamo da questa vicenda?
Due cose:
1) MAI fare il social se non si accettano le regole del gioco.
2) In rete ci sarà SEMPRE chi ti ama e ci sarà SEMPRE chi ti odia. Non puoi fermare nè uno, nè tantomeno l'altro. Impara a convivere con il lato oscuro.

Ehh già...


Trovate qui una discussione più "legalese" sulla faccenda.




martedì 4 ottobre 2011

I videogame di domani

Freddiew. Un nome che comincia ad essere abbastanza frequente su tubo. Il nostro ragazzo ha sfornato alcuni video davvero interessanti tutti realizzati con l'ausilio massiccio della post.
Di alcuni avevamo già parlato, tipo questo.
Ma il buon Freddiew, oggi, si lancia in un video lungimirante: a mio parere non il migliore che abbia mai realizzato, ma che sbircia in quello che potrà essere il panorama videoludico dei prossimi 20 anni.



O anche questo:



Non vi dice nulla di nuovo? Forse, come il sottoscritto, avete il vago ricordo di qualcosa che aveva appena sfiorato la nostra infanzia...






Era il 1995 e si chiamava Virtual Boy, targato Nintendo. Sfortunato progetto che non resistette neanche un anno.
Sarò così fortunato da poter giocare a finalmente qualcosa che si avvicini alla virtualità?